Premio Telamone: Silvana Polizzi, la passione per l'informazione come modello di vita

Silvana Polizzi è stata conduttrice, cronista parlamentare e prima capo-redattrice di Rai Sicilia.

Silvana Polizzi è stata conduttrice, cronista parlamentare e prima capo-redattrice di Rai Sicilia.

Silvana Polizzi, insignita del Premio Telamone nel 2015, è una professionista da sempre impegnata nella cultura e nel mondo dell'informazione. E' stata conduttrice, cronista parlamentare, segretaria di redazione, ha curato l’edizione italiana del magazine “Mediterraneo” ed è stata la prima capo-redattrice della Rai Sicilia. Una giornalista che ha fatto della sua passione per l'informazione e la comunicazione il faro della propria vita, offrendo alle donne siciliane un esempio di  determinazione, coraggio e spirito di servizio.

Abbiamo intervistato Silvana Polizzi nell’ambito delle iniziative a supporto del Premio Telamone. Ecco di cosa abbiamo parlato.

1) Il Premio Telamone riconosce il forte impegno professionale e umano per una visione talentuosa e costruttiva della Sicilia.  Qual è il suo rapporto, oggi, con la Sicilia?

Un rapporto che ha avuto fasi altalenanti. L’ho amata e detestata. Ero all’estero quando ho saputo dell’omicidio del piccolo Claudio Domino e non sarei voluta mai più tornare. Ho vissuto in presa diretta momenti drammatici, ero in via D’Amelio tra le auto ancora fumanti. Più volte l‘ho ritenuta davvero irredimibile. E mi capita di pensarlo ancora, di fronte ai tanti fatti di corruzione o malapolitica.

Ma devo anche dire che da alcuni anni, da quando sono in pensione, ho imparato a conoscerla meglio. Ho girato a piedi Palermo in lungo e in largo, il suo centro storico mi affascina. Ho grande rispetto per le tante persone che non fanno notizia, e che con onestà riescono a tirare avanti anche in situazioni estreme. Per chi si sforza di valorizzare il bello che c’è in quest’isola. Per le/gli  insegnanti  e  i volontari che trasmettono valori e che  tentano di sottrarre i ragazzi alla criminalità. Questo è il luogo dell’accoglienza, l’abbiamo dimostrato nel corso di decenni. Ci sono tante energie positive, c’è tanta cultura. Ma anche tante difficoltà. All’emorragia continua dei giovani che vanno a cercare lavoro altrove non si è ancora dedicata la giusta attenzione, per quest’isola è povertà che si aggiunge a povertà.
Per questo, a volte, la Sicilia mi fa rabbia.

2) Cosa ha significato per lei il riconoscimento del Premio Telamone e come lo ricorda?

Quella sera un’energia positiva, che nasceva non soltanto dalla bellezza del sito, ma dal fatto che in queste occasioni scopri quanti talenti riesca ad esprimere la Sicilia, in tutti i settori. Ho conosciuto persone straordinarie, nei più vari ambiti delle professioni, persone che nel loro campo danno il massimo anche per una crescita sociale, economica, culturale. Sono stata molto orgogliosa di essere lì con loro.  

3) In un periodo di palese difficoltà economica globale e di crescente disagio sociale, cosa si sente di consigliare alle giovani generazioni siciliane?

Non è facile in questo momento indicare prospettive. Posso ripetere quello che ho sempre detto, che ho tentato di sperimentare personalmente, anche se i tempi erano diversi. Ci vuole tenacia e determinazione.  E tanta fatica. Bisogna avere un obiettivo e andare avanti su quella strada. Cercare bravi maestri.  Studiare. Combattere e cercare di non lasciarsi scoraggiare. Sono tempi duri e difficili. Ma se si arriva al traguardo con le carte in regola, avendo come valore primo l’onestà, il successo sarà più duraturo, e sicuramente meritato.