Il Respiro Pirandelliano di una città  (2017)  

Il volume di Paolo Cilona 'Il respiro Pirandelliano di una città', presentato il 12 dicembre 2017 al Circolo Empedocleo di Agrigento, è un'opera di amore e di memoria verso il drammaturgo premio nobel Luigi Pirandello nel rapporto con la sua città natale e con il territorio agrigentino. 

 Il libro, infatti, richiama e valorizza i luoghi menzionati dal drammaturgo nelle sue novelle, ripercorrendo una Girgenti che appare splendida per la storia millenaria ma immersa nei suoi paradossi e nei forti conflitti tra clero e popolo, politica e religione.  

L'opera, oltre a presentare il fortissimo legame tra il territorio e Pirandello, ripercorre episodi particolari riguardanti il rapporto tra il drammaturgo e i tre figli Fausto, Lietta e Stefano,  quest'ultimo fatto prigioniero dagli austriaci durante il conflitto della prima guerra mondiale. Avvenimento che porterà lo stesso Pirandello a esporsi in prima persona, con la vulnerabilità di un padre piegato alle scelte di un Paese in guerra. 

Il libro, infine, contempla la visita nel corso del tempo ai luoghi pirandelliani e alla casa natale del Kaos da parte di autorità istituzionali e del mondo della cultura, concludendo in ultimo con la  visita ufficiale nel 2017 del Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella in occasione dell'anniversario dei 150 anni dalla nascita del drammaturgo agrigentino. 

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La questura di Agrigento, tra cronaca e fatti

Il libro di Paolo Cilona “La Questura di Agrigento tra cronaca e storia”, ricostruisce per la prima volta la storia della Questura della città di Agrigento, non solo dal punto di vista organizzativo, ma soprattutto nel rapporto attivo e vivo con la cittadinanza: la lotta alla mafia, il coraggio della divisa, la complessità di gestire i rischi e le minacce, la determinazione nel servire lo Stato.

Il volume è stato presentato il 25 novembre 2016 presso l’Ente Parco Archeologico e ha visto la partecipazione, tra i relatori, del Questore di Agrigento Mario Finocchiaro, del Presidente della Corte di Appello di Caltanissetta Salvatore Cardinale, dell’Assessore Franco Miccichè in rappresentanza del Comune di Agrigento, del Capo Redattore “La Sicilia” Stelio Zaccaria, del Segretario CGIL Massimo Raso.

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Craxi incontra Sciascia e Pirandello

È stato presentato il 29 gennaio 2010 presso la Biblioteca – Museo Regionale “Luigi Pirandello” di Agrigento il volume “Craxi incontra Sciascia e Pirandello” di Paolo Cilona, Presidente del Premio internazionale Telamone. Il libro ripercorre in chiave storica la visita ad Agrigento nel lontano 1986 di Bettino Craxi, a quella epoca Presidente del Consiglio dei Ministri. L’autore ricorda l’incontro a Racalmuto con l’amico Leonardo Sciascia e la visita alla casa natia del drammaturgo Luigi Pirandello. “Per me- scrive il Paolo Cilona “il volume è stata un’occasione per celebrare i fatti della mia memoria , nel ricordo di un grande incontro”. La presentazione del libro, che ha reso omaggio all’interesse di Bettino Craxi per la letteratura siciliana, ha visto la partecipazione di illustri personalità, quali l’ambasciatore tunisino in Italia Habib Achour e il console tunisino di Palermo, Abderrahmen Mansour, nonché noti esponenti del mondo politico e culturale di Agrigento e della Sicilia.

“Questo libro racchiude una storia di fedeltà e confidenza, qualità molto importanti nel mondo politico – ha commentato l’ambasciatore tunisino Habib Achour – una storia di amicizia raccontata in maniera disinteressata dall’autore ed è proprio per questo motivo che acquista gran peso morale”.


La morte in manicomio del mecenate inglese Alexander Hardecastle

E’ stato presentato il 29 novembre 2010 presso la Biblioteca comunale di Agrigento “Franco la Rocca” il libro “La morte in manicomio del mecenate inglese Alexander Hardecastle” di Paolo Cilona, Presidente del Premio internazionale Telamone.

Il libro racconta il soggiorno ad Agrigento dal 1921 al 1933 del Capitano inglese Alexander Hardecastle, che si distinse per l’alto e disinteressato amore per l’archeologia e l’arte, contribuendo alla promozione della Valle dei Templi, oggi Patrimonio dell’Umanità.

“La pubblicazione- scrive Paolo Cilona- “vuole essere un atto di profondo riconoscimento nei confronti del Capitano Hardecastle che per tutto il periodo del suo soggiorno agrigentino si prodigò con passione e impegno a sostenere finanziariamente diverse campagne di scavi che riportarono alla luce importanti reperti archeologici dell’antica e gloriosa Akragas, tra cui la cinta muraria orientale della polis, il santuario delle divinità ctonie, i templi di Esculapio e di Vulcano”. Continua il Presidente Cilona “Durante gli anni che vanno dal 1922-1926 Hardecastle a sue spese portò a termine l’innalzamento delle sette colonne del tempio di Ercole, contribuì con proprie risorse a salvare dal crollo l’ex Monastero di Santo Spirito e a portare l’acqua (fondamentale servizio per la comunità) nella Valle dei Templi attraverso la realizzazione di apposita condotta idrica. Quest’uomo nella città di Agrigento visse il periodo più florido della sua vita, ma fu improvvisamente vittima della crisi del 1929 di Wall Street che portò al fallimento la banca dove deteneva i propri risparmi e i titoli di investimento. Due anni dopo lo sfortunato epilogo finanziario, il Capitano versava ormai in uno stato di grande confusione mentale, al punto da essere ricoverato nel novello Manicomio di Agrigento per l’accentuarsi dei suoi disturbi psichici”.

Questo libro nel ripercorrere la vita ma soprattutto gli ultimi anni del Capitano Alexander Hardcastle, ha il merito di indicare alle nuove generazioni l’esempio di impegno di un personaggio, straniero di origine ma sicuramente agrigentino di elezione, che ha speso interamente le proprie risorse finanziarie e se stesso, contribuendo più di qualsiasi altro alla valorizzazione della Valle dei Templi. 
La presentazione del volume ha visto la partecipazione di illustri personalità, con l’intervento in qualità di relatori del Prof. Pio Luigi Lo Bue, della Prof.ssa Rosalia Centinaro Savatteri e dell’Avv. Salvatore Re.


I Mattarella nella terra di Pirandello, Sciascia e Tomasi di Lampedusa

Il volume ripercorre con linearità la vita e la storia di una famiglia siciliana che ha servito e rappresentato il Paese ai massimi livelli delle istituzioni democratiche, credendo nei valori della legalità e dell’impegno nel servizio pubblico. Bernardo Mattarella fondatore della Democrazia cristiana siciliana, convinto oppositore del fascismo e più volte Ministro della Repubblica. Piersanti Mattarella, figlio di Bernardo, assistente ordinario di Diritto privato all’Università degli studi di Palermo, già Assessore regionale e Presidente della regione Siciliana, fu un autorevole politico le cui direttive e i cui sani progetti erano tutti rivolti al cambiamento e al rinnovamento della Sicilia, per una realtà diversa che rifiutava il rapporto mafia- politica- burocrazia. Piersanti fu ucciso per mano mafiosa il 6 gennaio del 1980, a Palermo nella centralissima Via Libertà, sotto gli occhi dei suoi familiari. Sergio Mattarella, quarto figlio di Bernardo, professore di Diritto pubblico all’Università di Palermo, dopo la tragica morte del fratello riprese l’azione politica avviata da Piersanti per contrastare la cultura e gli interessi mafiosi in Sicilia. Sergio Mattarella nel volgere di pochi anni divenne una concreta realtà del mondo politico italiano, con incarichi istituzionali di particolare rilievo. Fu più volte Ministro, Vice presidente del Consiglio, Giudice della Corte Costituzionale e, dal 3 febbraio 2016, Presidente della Repubblica italiana. Oggi è il primo siciliano a ricoprire l’alta carica di Presidente della Repubblica, portando avanti la difesa dei valori di legalità, impegno, rispetto delle Istituzioni e promuovendo soprattutto tra i giovani la cultura della lotta alla mafia e alla criminalità.
Il libro ricostruisce i viaggi compiuti da Bernardo, Piersanti e Sergio nella terra agrigentina. Incontri e confronti con sindaci e oppositori politici, attività e visite istituzionali che ripercorrono la vicenda umana e politica della famiglia Mattarella.
C’è la necessità di ricordare e “fare ricordare”, affinché uomini di valore dal profilo personale e professionale di grande moralità, si mantengano vivi nella memoria collettiva quale esempio indiscusso e autorevole per le nuove generazioni.