Addio a Biagio Conte, il volto della carità siciliana

L’omaggio al missionario laico palermitano, grande esempio di solidarietà e amore verso gli ultimi, che ha ricevuto il Telamone nel 1998.

Il missionario laico palermitano, Biagio Conte, ci ha lasciato. Si è spento dopo una lunga malattia e una vita dedicata ai poveri, agli emarginati, ai fragili della società, che lui stesso chiamava ‘i miei fratelli ultimi’. Per tutti è stato il volto della carità e dell’umiltà.

Premiato con la statuetta del Telamone nel 1998 per i suoi alti valori umani e la profonda solidarietà di spirito e di azione verso i meno fortunati del mondo, Biagio Conte ha rappresentato la speranza di una nuova umanità in cui tutti sono accolti e difesi.

Con la sua azione costante e riservata ha rivolto lo sguardo a difesa dei poveri e verso chi non aveva alcun conforto umano, spogliandosi personalmente di ogni bene, anche familiare, e vestendosi solo di un saio e di umili sandali per farsi portavoce del messaggio di solidarietà e accoglienza.

Alla Cerimonia di consegna del Telamone si presentò nella modestia del suo saio, definendosi un uomo di pace che sentiva la necessità di servire i poveri e i disagiati. Ai presenti rivolse poche ma autentiche parole, chiedendo «solidarietà e rispetto per ogni cittadino emigrante e immigrato e attenzione verso quei bisognosi che nessuno vuole vedere». Teneva emozionato la statuetta tra le mani, quasi a rimproverarsi di ricevere quelle attenzioni e quegli onori sottraendo tempo e cure ai suoi ‘fratelli ultimi’.

Il ricordo di Biagio Conte è forte e pieno di gratitudine. Se ne va un grande uomo che non accettava le ingiustizie e la divisione dei popoli, l’intolleranza e le discriminazioni.

Il CE.P.A.S.A e il Premio Telamone si uniscono con profonda commozione al suo ricordo.